Scuola Primaria
La scuola primaria, accogliendo e valorizzando le diversità individuali, ivi comprese quelle derivanti dalle disabilità, promuove, nel rispetto delle diversità individuali, lo sviluppo della personalità, ed ha il fine di far acquisire e sviluppare le conoscenze e le abilità di base, ivi comprese quelle relative all’alfabetizzazione informatica, fino alle prime sistemazioni logico-critiche, di fare apprendere i mezzi espressivi, la lingua italiana e l’alfabetizzazione nella lingua inglese, di porre le basi per l’utilizzazione di metodologie scientifiche nello studio del mondo naturale, dei suoi fenomeni e delle sue leggi, di valorizzare le capacità relazionali e di orientamento nello spazio e nel tempo, di educare ai principi fondamentali della convivenza democratica. Le suddette finalità vengono raggiunte attraverso un’organizzazione, che privilegia la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi di apprendimento. Le già citate “Indicazioni Nazionali”, parte integrante del presente documento, e i “Programmi” del 1985, sono i documenti fondamentali dai quali trarre preziosi spunti di riflessione per organizzare le attività didattiche.
I docenti si riuniscono settimanalmente per due ore pomeridiane per fare il punto della situazione delle proprie classi e per strutturare gli interventi didattico – organizzativi da mettere in essere. Le classi sono organizzate secondo criteri di eterogeneità rispetto ai livelli di apprendimento e al sesso. Tutte le classi dell’Istituto comprensivo attivano un modello didattico – organizzativo scaturito dalla riforma del primo ciclo di istruzione. La modalità percorsa è quella di un docente prevalente – tutor, che rappresenti un punto di riferimento costante per il bambino sia sotto il profilo culturale che affettivo. Al docente prevalente, dunque, vengono affidati gli insegnamenti fondamentali, a partire dalla Lingua Italiana e dalla Matematica.
Rimangono affidati ad insegnanti specialisti l’insegnamento di alcune discipline antropologiche, della Lingua inglese e della Religione cattolica. L’Istituto punta ad ottenere una riqualificazione dell’offerta formativa attraverso attività integrative che possono essere svolte tramite l’organico funzionale e risorse stanziate per queste attività. Una scuola deve poter offrire risorse che rispondano alle esigenze del territorio in cui opera e la soluzione per raggiungere questa autonomia dipende proprio dalla differenza che queste attività integrative possono fare nell’offerta formativa delle singole istituzioni scolastiche.
L’organico funzionale è, quindi, lo strumento ideale per poter fornire l’autonomia alla scuola poiché può agire in una duplice direzione. Da una parte può fungere da strumento orizzontale permettendo alle reti di scuole di condividere i docenti che ne fanno parte e le loro conoscenze e progettualità. Dall’altra la funzione dell’organico funzionale è quella di una integrazione verticale poiché i docenti di tale organico possono essere impiegati in quello che è sicuramente uno dei punti deboli della nostra istruzione: gli snodi di passaggio tra un ciclo e l’altro. I principali problemi della scuola sono stati evidenziati nel passaggio dalla scuola dell’infanzia a quella primaria e, ancora di più, da quella primaria a quella secondaria di primo grado quando il repentino cambio dell’insegnamento è fortemente sentito dai ragazzi anche a causa dell’orientamento in entrata e in uscita. L’offerta formativa del nostro Istituto è in grado di fornire una risposta adeguata in questa situazione e i docenti dell’organico funzionale, proprio grazie al curricolo verticale, riescono a intervenire nella scuola proprio su questi punti deboli. Le comunicazioni con i colleghi dell’organico stesso appartenenti agli altri cicli possono potenziare l’orientamento in entrata e in uscita riuscendo a fornire quella integrazione che è l’obiettivo principale del nostro curricolo verticale.